La grande sfida del futuro: costruire la civiltà dell'amore

Mentre davo una sistemata alla libreria dello studio, ho rivisto un libro che raccoglie e ordina i passi più significativi dei discorsi e delle omelie che Giovanni Paolo II ha rivolto ai giovani. La giovinezza è un dono, leggo nella copertina del volume, "un tempo dato dalla Provvidenza a ogni uomo", "un bene dell'umanità stessa", ma è anche un'età delicata in cui ognuno di noi deve rispondere degli interrogativi sul senso dell'esistenza e concepire un progetto concreto per il proprio futuro.
Affiderò a questo blog alcuni passi su cui vi invito a riflettere.
Oggi è la volta di quello che il Papa disse ai giovani riuniti a Buenos Aires, l'11 aprile del 1987.



Cari giovani, oggi desidero che diventiate "operatori di pace", sui cammini della giustizia, della libertà e dell'amore. Ci avviciniamo al terzo millennio: voi sarete i principali artefici della società, e i primi e immediati responsabili della pace. Ma la concordia sociale non si improvvisa nè si può imporre dall'esterno: essa nasce dal cuore giusto, libero, fraterno, pacificato dall'amore. Siate quindi, fin da ora, insieme a tutti gli uomini, artefici della pace; unite i vostri cuori e i vostri sforzi per edificare la pace. Soltanto così, vivendo l'esperienza dell'amore di Dio e sforzandovi di realizzare la fraternità evangelica, potete essere i veri e felici costruttori della civiltà dell'amore.

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