Il villaggio di Nevè Shalom/Wahat al Salam
La parola pace scritta in inglese, ebraico e arabo, costruisce un simbolo che invita a sperare nella soluzione del conflitto tra ebrei e palestinesi. La pace, in questa area del mondo, sembra ancora molto lontana; la guerra, purtroppo, ha radici antiche, nutrite dall'estremismo, l'incomprensione, l'intolleranza.
Se solo gli uomini imparassero a guardarsi negli occhi!
C'è un villaggio, situato su una collina, ad uguale distanza (30 km) da Gerusalemme, da Tel Aviv e dalla cittá palestinese di Ramallah, dove, fin dal 1977, vivono famiglie arabe ed ebree. Il villaggio si chiama Neve Shalom/Wahat al-Salam, e chi vi abita vuole testimoniare che la convivenza tra arabi (non solo musulmani ma anche cristiani) ed ebrei è possibile.
Il nome di questo villaggio deriva da un passo del profeta Isaia (32,18), dove leggiamo: "Il mio popolo abiterá in un’Oasi di Pace" ( Neve Shalom in ebraico, Wahat al-Salam in arabo). Fu il padre domenicano Bruno Hussar, ebreo di origine, cittadino di Israele nel 1966, a dare il nome a questa esperienza di convivenza tra credenti di diversa fede.
Nel villaggio è attiva da oltre quindici anni una Scuola per la pace, molto nota e apprezzata a livello internazionale, che organizza seminari di incontro e di mediazione dei conflitti. La sua attività consiste in laboratori residenziali (della durata di quattro-cinque intense giornate), attraverso i quali sono finora passati più di 25 mila persone tra allievi ( 16-17 anni) dei licei ebraici e arabi di Israele, studenti universitari, insegnanti, leader locali e altre categorie di professionisti. Il lavoro si svolge in piccoli gruppi binazionali di 14-16 partecipanti, e per ognuno di questi microgruppi vi sono due coordinatori o «facilitatori», di cui uno/a è ebreo/a e l'altro/a è palestinese.Le difficoltà non mancano; la pace, lo si sa, non è semplice ma...
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