I fioretti

Molti dei miei alunni sanno cosa sono i "fioretti", contrariamente ai giovani incontrati da Franco Cardini, storico e saggista italiano, che  sul quotidiano Avvenire ha raccontato di essersi divertito a chiedere ad alcuni adolescenti il significato di questa parola, ricevendone le più svariate definizioni. Dall'arma usata nella scherma, ai Fioretti di San Francesco, oppure identificandoli con storielle graziose.
Quando ero piccola, mi si invitava a fare qualche fioretto, ed io mi impegnavo  a non mangiare i gelati, oppure a leggere uno dei quattro vangeli, oppure ancora a rinunciare a Topolino (il mio fumetto preferito). I fioretti erano legati al periodo della Quaresima, oppure a particolari momenti, come quando qualcuno dei miei cari stava male. I fioretti sono proprio questo: dire no a piccoli piaceri, non per il gusto della sofferenza (quando mai Dio ci chiederebbe questo?!), ma come esercizio di forza d'animo, di vittoria della volontà, per dare il giusto posto ad ogni cosa, per riscoprire la bellezza della solidarietà. Piccoli gesti, piccole cose, per ricordarsi degli altri, per riavvicinarsi a Dio, per educarsi ad una vera libertà, quella che sa dire di no al proprio egoismo, alle scelte individualistiche, al capriccio.

Il "fioretto" è un'invenzione della Controriforma, che preferisco chiamare Riforma Cattolica. Nei libri di storia si parla sempre male di questo periodo, associandolo solo all'Inquisizione. Eppure alla Riforma cattolica dobbiamo tante sagge scelte, come quella dell'istituzione dei seminari, ed un risveglio che portò frutti fecondi, come i santi Filippo Neri, Alfonso de' Liguori, Teresa d'Avila, Giovanni Della Croce e tanti altri, ispiratori di opere di carità e di assistenza.
Prendendo spunto sempre dalla pagina di Agorà di Avvenire del 14 febbraio, il fioretto è una disciplina che fortifica lo spirito (Erri De Luca, scrittore),  ci aiuta a concentrarci  meglio su ciò che davvero conta nella vita (Fulvio Scaparro, psicanalista e scrittore), è un itinerario di conoscenza di sè (don gennaro Matino, teologo).
Quali fioretti potrebbero diventare i nostri per il periodo della Quaresima?
Ecco alcuni suggerimenti, sempre da illustri personaggi:
  • limitare le ore di TV, dare una mano nelle faccende domestiche, perdonare una cattiveria (Anna Oliviero Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo a La Sapienza di Roma);
  • rinunciare ad un regalo e fare una donazione, ridurre sprechi di energia, riciclare il telefonino (monsignor Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana);
  • frenare le chiacchere inutili (madre Zorzi, del monastero di San Luca a Fabriano).
E, per finire, da Laura Badaracchi, autrice del servizio a cui mi sono ispirata, tagliare gli sms e ridurre, questo lo aggiungo io, le ore su FB.
E' Quaresima, facciamo di questo tempo l'occasione per mettere ordine nella nostra vita, con un po' di sana educazione ai desideri.

Commenti

Post popolari in questo blog

La moschea

La sinagoga

Le mappe a scuola