Un museo unico al mondo

Da Avvenire del 12 dicembre 2010

"C’ è un museo unico al mon­do, in un angolino di Italia all’ombra delle Dolomiti bellunesi. Un museo fatto di terra, acqua e pietre, raccolti con pazien­za in tutte, ma proprio tutte le na­zioni del pianeta, anche la più pic­cola e sperduta in mezzo all’oceano. Un 'Museo dei sogni e della memo­ria', come lo ha chiamato il suo fon­datore, Aldo Bertelle, che se l’è 'in­ventato' all’interno della Coopera­tiva Arcobaleno (Comunità Villa San Francesco) nella quale da oltre trent’anni accoglie minori in diffi­coltà e dà un futuro a ragazzi che fa­ticano anche a vedere il presente.
Tutto il pianeta è dunque racchiuso in quel museo, a rappresentare gli e­venti che hanno fatto grande - o in­finitamente piccola - la storia dell’u­manità: ci sono le pietre di Capaci e di via D’Amelio a Palermo, simboli del sangue versato da Falcone e Bor­sellino, e il pugno di terra arrivato dal Monte Nebo, dove Mosè con­templò la Terra Promessa, un sasso rosa dalla casa dell’ebreo Rabin e u­no giallo di Ramallah, giunto dalla dimora del palestinese Arafat, la pie­tra che ricorda Carlo Urbani, il me­dico marchigiano che morì per fer­mare il contagio della Sars, e quella che rappresenta Christian Barnard, arrivata da Città del Capo a memo­ria del primo trapianto di cuore. E a­vanti con il carbone di Marcinelle, in Belgio, a ricordo della strage di mi­natori italiani, o un pezzo del di­strutto ponte di Mostar in Bosnia, u­na scheggia di Nasiriyah e l’unica te­gola di Hiroshima mai ceduta dal go­verno giapponese come testimo­nianza del disa­stro atomico. E poi un mattone dalla casa di don Milani a Barbia­na, accanto a quello dei cantie­ri navali di Dan­zica... Centinaia di 'macigni', dunque, e altret­tanti ricordi che 'pesano', nel be­ne e nel male. Schegge di storia e di vita".

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