Quando manca l'umanità si aprono le porte al razzismo

Io attraverso le frontiere come qualunque cittadina del mondo, piccoletta, scura come sempre. E la faccia da povera non me la cancellerà nessuno. E tanto meno nessuno riuscirà a cambiarmi la faccia da maya, la faccia da indigena. Allora, io sono sì un premio Nobel per la pace (...) quando sono ricevuta da un re, da un capo di stato (...) quando però attraverso le frontiere, nessun funzionario doganale ha pazienza con me (...)
Spesso sono molto grossolani, molto razzisti. (...) C'è sempre mancanza di umanità, dovunque.
Allora gli dico: "Vedete il mondo dovrebbe essere più giusto, più umano: dovrebbe essere molto meno aggressivo e razzista". E comincio a parlare. Solo alla fine (...) faccio vedere i mei documenti. "Guardate", dico "sono solo un umile Premio Nobel e sono anche un'umile presidentessa di una Fondazione che si dedica all'educazione, alla pace, all'educazione civica dei cittadini, alla sensibilizzazione dell'umanità verso i profondi valori delle culture millenarie". Allora quelle persone restano sorprese. So che per tutta la vita non mi dimenticheranno più (...).
Rigoberta Menchù Tum, dal libro Rigoberta, i maya e il mondo, Giunti 1997

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