La scuola e gli zombies

Ho letto che Rossella ha scritto su Facebook che è tornata da pochi giorni nella "Città dei morti", che sarebbe la scuola. Non chiedetemi chi è Rossella, perchè non è importante saperlo. Ciò che conta è che lei non fa altro che esprimere il disagio che provano anche alcuni di voi, alunni insofferenti alla scuola.
Mi è piaciuta la lettera che le ha scritto il Preside del Liceo Statale "G. Marconi" di Pescara, il Prof. Angelo Lucio Rossi (vedi Avvenire del 20 settembre 2011).
Ve ne riporto un passo.
"Per questo inizio di anno scolasti­co ti chiedo di mettere in azione la tua libertà. Ti chiedo di giocarti con il cuore. La vita è unita se ci gio­chiamo con il cuore dentro la scuola, nella la fatica dello studio, dentro i rapporti con i professori e con la classe, dentro il sacrificio quotidiano. Mettiti in gioco con il cuore in quello che fai e che sei. Il cuore come desiderio insoppri­mibile di felicità, di bene, di verità, di giustizia. Non lasciare quel de­siderio che si è acceso l’estate nei luoghi di vacanza, sui muretti del­la tua città, nel volto di un ragazzo che ti piaceva. Rischia il tuo desi­derio dentro le aule per permette­re a quella che chiami 'Città dei morti' di rivivere attraverso il tuo desiderio Mettici il cuore. La giovinezza del cuore genera stu­pore, curiosità e desiderio. Nelle situazioni facili e difficili, nella fa­tica dello studio come nel tempo libero".
"Mettici il cuore". Mi è piaciuta questa espressione.
Soltanto il cuore può rigenerarci. Non importa se ci sono difficoltà e se c'è la paura di non farcela, perchè se ci appassioniamo alle cose tutto è superabile. La vita, anche quella che trascorriamo a scuola, merita entusiasmo, ricerca di qualcosa che ci renda migliori, che ci scrolli di dosso l'apatia e il malumore.
Possiamo farcela insieme a rendere la scuola una città di vivi e non di morti.
Non ci tengo proprio ad essere lo zombie di turno. E voi?

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