A voi giovani

«Io mi rivolgo ai giovani. Dovreste chiedere più esami e dovreste chiederli più rigorosi. Mi rendo conto che sembra un'assurdità, ma se non ci pensate voi, non lo faranno né i vostri genitori né i vostri insegnanti.
La vita è desiderio di piacere, di felicità, di ricchezza, di successo, di cose sempre nuove e diverse, ma tutto questo è possibile solo attraverso l'attesa, lo sforzo, le prove, la lotta.
Io sono convinto che tanti genitori oggi stiano sbagliando l'educazione dei propri figli. I grandi artisti del Rinascimento li mandavano a bottega da un altro e ce li lasciavano finché non erano formati. I grandi imprenditori, dopo averli fatti studiare in scuole dure e selettive, li facevano fare carriera incominciando dai lavori più umili. Oggi invece c'è chi regala la "fuoriserie" al figlio per il diciottesimo compleanno, sperando che studi.
Ecco perché non mi rivolgo ai vostri genitori, ma a voi, giovani.
Avete intelligenza sufficiente per capire che la sofferenza, la lotta, gli ostacoli, gli esami sono indispensabili per crescere, per diventare forti, per capire gli altri, il mondo.
Solo chi ha fatto fatica capisce la fatica degli altri, solo chi ha sofferto capisce la sofferenza.
La mente cresce risolvendo i problemi.
E lo stesso vale per la sensibilità, la creatività, la capacità di concentrarsi, persino la capacità di amare».
Francesco Alberoni (dalla Rivista della ELLEDICI Insegnare Religione, 5/2012)

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