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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Solo se siamo capaci di piangere

Pubblicazione di Tv2000 . Non si può rispondere con frasi fatte davanti alla domanda di Glyzelle Palomar, 12 anni, che al Papa ha chiesto: «Ci sono tanti bambini rifiutati dai loro stessi genitori, ce ne sono tanti che diventano vittime, molte cose terribili accadono loro, come la droga o la prostituzione. Perché Dio permette che accadano queste cose, anche se non è colpa dei bambini? E perché ci sono così poche persone che ci aiutano?». Lei stessa è scoppiata in lacrime pronunciandola, facendo commuovere Francesco, che davanti a oltre trentamila giovani, all'università Santo Tomaso, aveva appena terminato di ascoltare un'altra testimonianza toccante, quella di Jun Chura, ex ragazzo di strada quattordicenne che oggi lavora per la fondazione Tulan ng Kabataan, dov'è ospitata anche Glyzelle. Francesco ha abbracciato entrambi, e ha tenuto a lungo la sua mano sul capo della ragazza.  «Oggi ho ascoltato l’unica domanda che non ha risposta - ha detto il Papa improvvis

Riscoprire la propria identità per incontrare l'altro

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I fatti di questi ultimi giorni ci hanno sicuramente scossi. A scuola se ne è parlato ed è emersa una certa paura e insicurezza per quanto sentono e soprattutto vedono. Ho letto in Avvenire di ieri il commento di Giorgio Paolucci ( Riscoprire l'identità dell'altro ), di cui riporto uno stralcio: «Ma come si vince la paura? Cosa permette di guardare in faccia coloro che proclamano di amare la morte, che nutrono in cuore il desiderio di un (falso) martirio figlio di una pulsione nichilista? Come possiamo guardarli a testa alta? Non basta gridare «Je suis Charlie», anzi non serve proprio. Ci vuol altro. Ci vuole qualcosa che tenga in piedi la vita, che la alimenti ogni giorno secondo una inarrestabile positività che può essere figlia solo di certezze elementari. Come quella di avere in comune qualcosa di importante, di irrinunciabile, con chi ci sta intorno. E di poterne fare il collante che permette di vivere insieme. La Bibbia usa un termine che nei secoli è stato spesso corro

Novità da Lo Spazio di Profrel

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Vi invito a dare un'occhiata agli ultimi inserimenti ne Lo Spazio di Profrel . Per le classi prime, cliccare qui ; per le classi seconde, qui . Buon ripasso.

No alla violenza sulle donne

Quando sono i bambini ad insegnare agli adulti.

Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!

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Gli eventi di questi giorni mi hanno riportato alla mente le parole di Papa Francesco pronunciate la notte di Natale. Ve ne riporto alcuni passaggi: [...]L’origine delle tenebre che avvolgono il mondo si perde nella notte dei tempi. Ripensiamo all'oscuro momento in cui fu commesso il primo crimine dell’umanità, quando la mano di Caino, accecato dall'invidia, colpì a morte il fratello Abele (cfr Gen 4,8). Così, il corso dei secoli è stato segnato da violenze, guerre, odio, sopraffazione. Ma Dio, che aveva riposto le proprie attese nell'uomo fatto a sua immagine e somiglianza, aspettava. Dio aspettava. Egli ha atteso talmente a lungo che forse ad un certo punto avrebbe dovuto rinunciare. Invece non poteva rinunciare, non poteva rinnegare sé stesso (cfr 2 Tm 2,13). Perciò ha continuato ad aspettare con pazienza di fronte alla corruzione di uomini e popoli. La pazienza di Dio. Quanto è difficile capire questo: la pazienza di Dio verso di noi! Lungo il cammino della storia

Chi sono gli Amish?

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Ci è capitato di parlarne a scuola. Cliccando sull'immagine potete saperne di più.    FONTE : Focus.it

I re Magi e il "mistero" della stella

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Chi sono i magi e quanti sono? Di loro ci parla il vangelo di Matteo. Sono “sapienti”, “esperti” in astrologia; persone che sanno vedere e riconoscere in Gesù il “re dei Giudei”. Il termine magi e il loro numero, da sempre, costituisce un grande enigma. Riguardo alla loro identità, nella Bibbia la parola “mago” oscilla tra un significato positivo, come nel vangelo di Matteo e un significato negativo, come “Simone il mago” di cui si parla negli Atti degli Apostoli (cf. Atti 8,9ss.). I magi del vangelo di Matteo indicano persone esperte d’astronomia o, comunque, dei sapienti. Nella mentalità comune si afferma che essi sono tre, ma Matteo non specifica il loro numero. Li ricorda semplicemente al plurale. Il numero tre s’impose in base ai tre doni: oro, incenso e mirra che i magi offrono a Gesù. Essi sono stati indicati come “re” per la ricchezza di questi doni e il richiamo ad alcuni testi dell’Antico Testamento (Salmo 72,10-11; Isaia 60,6.10).L’evangelista Matteo vuole indicare che i

La leggerezza che Dio dona con la sua grazia

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« Diffido dai cristiani lamentosi, noiosi, ripetitivi, prevedibili, tormentati, soprattutto quando credono che queste caratteristiche manifestino vicinanza a Dio. Al contrario resto sedotto da coloro che, nonostante i motivi per permettersi tutti quegli atteggiamenti, hanno sempre uno scarto, un guizzo, una fiamma, perché abitano in una zona di loro stessi, di acqua e spirito, dove il regno dei cieli è già e sanno appartenervi, proprio a partire dalla loro umanità piena di limiti e tenebre, riscattata dall'apertura alla leggerezza, che solo Dio dona con la sua grazia. Incedono nella vita con grazia, per l’appunto. Vi danzano, prestando tutta loro corporeità alla coreografia divina ». Alessandro D'Avenia in Avvenire del 24 dicembre 2014

La viva e calda pienezza del cuore

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Ancora alcuni pensieri che potranno fare bene al nostro cuore. «Personalmente, da quando ho memoria di me, i conti non sono mai riuscita a farli tornare. L’idea di un Dio onnipotente - che può fare o non fare ogni cosa, secondo un suo imperscrutabile desiderio - mi è sempre stata piuttosto ostile. Non amo l’autorità e, dove c’è il potere, fuggo a mille miglia in direzione opposta. E allora? Non sarebbe più facile, più rasserenante dire il Cielo è vuoto o, se Qualcuno c’è, si disinteressa del nostro destino? Sì, se il mio pensiero fosse solo frutto della mente, ma ho sempre avuto la nitida percezione che la centralità dell’essere non stia nelle elucubrazioni cerebrali, bensì nella viva e calda pienezza del cuore. È il cuore ad indicarci sempre la strada giusta da percorrere. È il cuore, con la sua vulnerabilità, che ci fa capire - se accettiamo il rischio di entrare nelle sua parte profonda - che il nostro cuore e quello di Dio si compenetrano e si rigenerano costantemente a vicend